E’ bello quando guardando indietro nel tempo non ricordi con esattezza come è iniziato il viaggio insieme, quando il percorso è stato così lungo da portare una certa abitudine… come quando dopo qualche mese dal parto guardando il proprio bambino ci si chiede “com’era prima di te?”
Siete arrivati da noi nelle primissime settimane di gravidanza, l’una ricca di domande minuziosamente appuntate per non dimenticarsi di chiedere nulla, l’altro taciturno e accondiscendente ma attento se ben interpellato.
Avevate tante storie intorno a voi da cui attingere per scrivere la vostra, ma fin dalle prime lettere avete scelto di scrivere su un foglio bianco, in cui elaborare un racconto tutto vostro. Un racconto che ad un certo punto è approdato verso una scelta importante e condivisa: il desiderio di un parto in casa.
Tra varie peripezie ed il timore di non riuscire a realizzare questo desiderio siete approdati in @casamaternitalaquercia , accolti da sapienti e caldi braccia per permettere a te, cara E., di venire al mondo in un nido intimo e riservato.
Certo, convincerti non è stato mica tanto facile… tanto che tra una doglia e l’altra ed un pranzo condiviso in attesa del tuo arrivo, la tua mamma ha dovuto prendersi un tempo solo con te, per parlarti, salutarti ed aiutarti a prendere più decisione nell’affrontare il viaggio che ti ha poi portato alla vita.
E così, onda dopo onda, cullata tra le braccia del tuo innamorato papà, ho visto la tua mamma cedere pian piano, lasciarsi trasportare dai segnali che il suo corpo e proprio tu, cara E., le inviavi; fino a lasciarti venire al mondo, in attimi tanto lenti quanto rapidi da ricordare.
Benvenuta al mondo dolce E., in un groviglio di capelli neri e voci cantate!
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