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  • Immagine del redattoreOstetriche Elisa e Marta

Onda


Riscrivo questo racconto con qualche mese di distanza, fra poco arriverà addirittura il tuo primo compleanno; questo è forse una delle storie di nascita pubblicate più tardivamente... Avevo scritto di te, poi uno scherzo della tecnologia, ha fatto disperdere nel vento le parole di un racconto già difficile da trasportare in testo...


Ma ripartiamo da qui... I tuoi genitori.

Sono super ganzi! Lo sono stati fin dal primo giorno in cui ci siamo conosciute, tra le calde mura della tua casa. Sorridenti, bisticciosi come tutti, con posizioni differenti rispetto a te.. chi in preparazione, lettura e meditazione sui cambiamenti in arrivo settimana dopo settimana, chi più orientato alla scoperta giorno dopo giorno di tutte quelle risorse innate di cui mamma natura ci ha dotato e che sarebbero certamente fiorite.

Il tuo nome, appeso al frigorifero, come a dire a tutti che tu eri già.

La data prevista della tua nascita, esattamente il giorno del mio compleanno.


Hai deciso di abbandonare il tuo nido caldo qualche giorno più tardi, lo hai fatto con calma. La tua mamma ed il tuo papà impazienti di conoscerti, ma hai deciso di godere di un ultimo giretto trasportata dentro le tue acque, una gustosa cioccolata ed attendere il calar della notte prima di iniziare definitivamente il tuo viaggio verso la vita. Hai fatto capolino lentamente, stravolgendo le speranze di una nascita lampo, insegnando fin dal primo istante del tuo viaggio che non sempre le nostre aspettative corrispondono alla realtà e il miglior piano che possiamo mettere in atto è fidarci della nostra capacità di rispondere agli eventi sfoderando risorse potentissime.


Hai scombussolato i piani anche più tardi, quando nel tuffo verso la vita i tuoi polmoni non erano del tutto pronti per respirare in autonomia. Ricordo gli occhi della tua mamma, mi guardavano preoccupata mentre ti allontanavano da lei pochi minuti dopo la tua nascita; occhi che cercavano la certezza che tu stessi bene, che di lì a poco ti avrebbero riportato da lei.


È impegnativo stare nel tempo presente, stare in quel che c'è. Stare in un tempo sospeso tra il prima (ormai "storia") e il dopo (un mistero).


È stato impegnativo per te, separata da chi è stata la tua certezza fino al minuto prima.

È stato impegnativo per loro, in bilico tra vita e ?

È stato impegnativo per le persone presenti in sala parto, occupate nel gestire la situazione lucidamente e tempestivamente.

È stato impegnativo anche per me, non poter rispondere con certezza alle domande ricche di speranza dei tuoi genitori.

Tanto altro da raccontare, ma il fulcro quando ho potuto ri-incontrarti, finalmente tra le braccia della tua mamma. Di nuovo tra le vostre mura accoglienti, sorridente, ancora una volta in sintonia con te. In salute, nonostante.

La salute per noi ostetriche si misura anche in questo.. il "coping", ovvero la capacità di far fronte a situazioni stressanti facendo emergere nuove potenti risorse. Vivere il presente e trasformarsi.

Cara Onda, come ogni bimbo che si rispetti l'hai fatto sapere subito ai tuoi che non si arriva sempre in orario, i piani sono fatti per essere a volte un po' cambiati, la pazienza e un po' di dolore caratterizzano tutti i cambiamenti epocali della vita.

Una cosa è sempre stata certa: due meravigliosi umani ti accompagnano verso il sentiero della vita, per insegnarti ciò che tu hai fatto sperimentare loro il giorno in cui sei nata.


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